Dal Grappolo al Calice: L’Arte Millenaria del Vino Calabrese
Introduzione
La Calabria è una terra con una tradizione vitivinicola antichissima, risalente all’epoca della Magna Grecia. I coloni greci chiamavano questa regione Enotria, “terra del vino”, per la straordinaria qualità dei suoi vigneti.
La vendemmia e la produzione del vino erano momenti fondamentali nella vita contadina, un rito che segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. Ogni famiglia possedeva piccoli vigneti e produceva il proprio vino, seguendo metodi tramandati di generazione in generazione.
In questo articolo esploreremo le fasi della vendemmia, il processo di vinificazione tradizionale e l’importanza culturale del vino nella civiltà contadina calabrese.
La Vendemmia: Un Momento di Festa e Lavoro
La vendemmia non era solo un’attività agricola, ma un evento che coinvolgeva l’intera comunità.
1. Il Periodo della Vendemmia
- Generalmente tra settembre e ottobre, a seconda del clima e del grado di maturazione dell’uva.
- L’inizio della raccolta veniva deciso in base a fattori come:
- Il colore degli acini (dal verde al giallo dorato per i bianchi, dal rosso al viola per i rossi).
- Il grado zuccherino, verificato con assaggi manuali o strumenti rudimentali.
- Alcune famiglie seguivano tradizioni legate alla luna: si credeva che la vendemmia in luna crescente producesse vini più profumati.
2. Tecniche di Raccolta
- L’uva veniva raccolta manualmente con coltelli o forbici (forbici da vendemmia).
- I grappoli venivano deposti in ceste di vimini (panari) o tinozze di legno.
- Il trasporto avveniva con carri trainati da buoi o asini, che portavano l’uva fino ai palmenti (le cantine).
Il Processo di Vinificazione Tradizionale
Una volta raccolta, l’uva veniva lavorata per trasformarla nel prezioso nettare calabrese.
1. La Pigiatura: Piedi Scalzi nella Tinozza
- Gli acini venivano schiacciati con i piedi in grandi vasche di pietra o tini di legno.
- La pigiatura manuale permetteva di ottenere il mosto, il succo d’uva che darà origine al vino.
- Il mosto veniva filtrato con ceste intrecciate per separarlo dalle bucce e dai vinaccioli.
2. La Fermentazione
- Il mosto veniva lasciato fermentare in botti di legno o contenitori di terracotta (giarre).
- La fermentazione naturale durava da pochi giorni a diverse settimane, a seconda del tipo di vino desiderato.
- Si usavano tecniche tradizionali per monitorare il processo, come l’osservazione delle bolle di fermentazione.
3. L’Affinamento e l’Imbottigliamento
- Il vino veniva travasato più volte per eliminare i residui solidi (feccia).
- Dopo alcuni mesi, veniva imbottigliato o conservato in damigiane di vetro.
- Alcuni vini venivano invecchiati in botti di castagno o rovere per ottenere un gusto più intenso.
Le Principali Varietà di Vino Calabrese
La Calabria è una terra di grandi vitigni autoctoni, molti dei quali risalenti all’epoca greca.
1. Gaglioppo (Rosso)
- Il vitigno simbolo della Calabria, da cui nasce il famoso Cirò DOC.
- Produce un vino robusto, con note speziate e un colore rosso intenso.
2. Greco Bianco (Bianco)
- Utilizzato per la produzione di vini bianchi freschi e aromatici.
- È alla base del Greco di Bianco DOC, un passito di fama internazionale.
3. Magliocco (Rosso)
- Coltivato nelle zone interne, dà vini corposi con sentori di frutti rossi e tabacco.
4. Mantonico (Bianco e Passito)
- Antico vitigno greco usato per vini dolci e liquorosi.
Il Vino nella Cultura Contadina
Il vino era molto più di una semplice bevanda: era simbolo di convivialità, ricchezza e tradizione.
- Un bene prezioso: ogni famiglia contadina produceva il proprio vino, che veniva conservato con cura per tutto l’anno.
- Il vino a tavola: mai mancava nei pasti quotidiani, spesso mescolato con acqua per i più giovani.
- Il vino e la religione: veniva offerto nei giorni di festa e usato nei riti religiosi.
- Le osterie: luoghi di ritrovo dove si beveva vino casereccio accompagnato da pane, formaggi e salumi.
Un detto popolare calabrese recita:
“’U vinu bonu ‘nduva si fazza si bivi” (Il vino buono si beve ovunque venga fatto), sottolineando l’orgoglio della gente per il proprio vino.
Il Vino Calabrese Oggi: Una Tradizione Rinnovata
Oggi il vino calabrese sta vivendo una rinascita grazie a produttori che recuperano vitigni antichi e tecniche tradizionali.
- Numerosi vini calabresi hanno ottenuto la certificazione DOC e IGT, garantendo qualità e autenticità.
- La Calabria è diventata una meta enoturistica, con cantine che offrono degustazioni e visite ai vigneti.
- I nuovi metodi di vinificazione esaltano le caratteristiche dei vitigni autoctoni, mantenendo intatto il legame con la tradizione.
Conclusione
La vendemmia e la produzione del vino in Calabria sono espressione di un sapere antico, che ha attraversato i secoli mantenendo intatta la sua essenza.
Oggi, ogni calice di vino calabrese racchiude il profumo delle colline assolate, il sapore della terra rossa e il lavoro instancabile di generazioni di contadini.
Brindare con un buon vino calabrese significa celebrare la storia, la cultura e l’identità di una terra unica.