Acerenthia chiamata ora Cerenzia vecchia è un borgo abbandonato in territorio di Cerenzia nella provincia di Crotone. Il borgo venne abbandonato nel 1844 a causa delle difficili condizioni igieniche che il paese stava vivendo.
Origini del nome
Il paese ha avuti vari nomi, in base alle varie influenze storiche del tempo, fra le quali il greco “Akerontia” (dal nome del fiume Akeronte / Acheronte, l’attuale fiume Lese) e in età altomedioevale “Akerentia”, poi Acerentia, da cui deriva l’attuale nome Cerenzia.
Storia
Fondata secondo Strabone, da Filottete (figlio di Peante e Demonassa o della ninfa Metone nella mitologia greca), oppure dagli Enotri secondo Stefano di Bisanzio. Il paese, identificato con Pumentum, si sviluppò su due colli dove Acerenthia prosperò per molti secoli.
Dal 1080 al 1818 la città fu sede vescovile, con la chiesa di San Teodoro di Amasea (in precedenza dedicata a San Leone) a fungere da cattedrale. La chiesa si trovava in posizione dominante, in cima ad uno dei due colli mentre sull’altro si ergeva il castello.
Raggiunse la popolazione di 7.000 abitanti, arrivando ad avere nove chiese, ma a seguito di epidemie e di eventi calamitosi, cominciò a spopolarsi. La peste del 1528 ne dimezzò la popolazione oltre ad una forte emigrazione verso i vicini paesi di Caccuri e Casino e a San Giovanni in Fiore, la popolazione scese così drasticamente fino a raggiungere poche centinaia di abitanti.
Nei secoli successivi, il terremoto del 1638 e quello del 1783 ne decretarono la fine. Il primo portò un’altra consistente emigrazione dopo che il paese era ritornato a ripopolarsi. Il secondo fu talmente catastrofico da far decidere a molti abitanti di edificare un nuovo paese sul colle che si stagliava sopra il vecchio abitato, anziché provvedere a ripristinare e restaurare le vecchie case del borgo ormai distrutto.
Nel 1844 l’antico borgo venne definitivamente abbandonato e gli abitanti rimasti si trasferirono nel nuovo centro urbano che prese il nome di Cerenzia.
Il paese fantasma
Dopo l’abbandono, l’antico paese subì un veloce e progressivo degrado sicuramente accelerato dalle condizioni climatiche. Le abitazioni e tutti gli edifici, oggi, dopo solo un secolo e mezzo di abbandono, si presentano come antichi ruderi, questo anche perché fu utilizzato come materiale per le costruzioni, roccia a base gessosa di origine locale, ma di natura molto solubile e nel tempo rivelatasi poco durevole.