Metauros

Metauros o Metauria (in greco antico: Μέταυρος?, in latino Matauros) fu un’antica città di origine magno-greca, situata sulla riva destra del fiume Metauro (oggi Petrace) nell’attuale centro di Gioia Tauro, in Calabria, Italia.

Le sue rovine sono state localizzate nel territorio di Gioia Tauro. Fondata nel VII secolo a.C dalla colonia Zancle (Messina), Metauros fu una colonia della Magna Grecia e divenne presto un importante centro commerciale e culturale nella regione.

Nel 1863, Gioja cambiò nome aggiungendo il Tauro (in ricordo di Metauros) all’omonimo nome, e divenne “Gioia Tauro“, per ricordare l’antica colonia greca da cui ha tratto le origini[1].

all’inizio del primo millennio, la popolazione evitò i resti di Metauria a causa delle incursioni pirata dei Saraceni, che raggiunsero il loro apice nell’883. I sopravvissuti si rifugiarono all’interno, dove fondarono Metaurianova, in seguito conosciuta come Taurianova.[2]

L’occupazione stabile e ben organizzata dei Saraceni ridusse la popolazione locale a una condizione di vassallaggio, mentre la vicina Sicilia, già sotto il controllo degli Arabi, servì da base per le incursioni nella regione e nell’Ausonio (Mar Tirreno). L’anarchia causata dalla disgregazione del ducato longobardo favorì indirettamente i Saraceni, che poterono stanziarsi a Metauria, devastando chiesemonasteri e imponendo pesanti tributi.[2]

Tuttavia, nel 1005, un evento significativo cambiò il corso degli eventi. I Pisani, una potente potenza marinara dell’epoca, dopo il saccheggio di Pisa nel 1004, distrussero la flotta saracena al largo della costa del golfo di Gioia. Questa vittoria determinò l’abbandono da parte dei Saraceni di ogni tentativo di rinnovare gli assalti in Calabria, compresi i territori Metauria, Reggio Taurianum.[2]

Archeologia

modifica

I reperti archeologici di Metauros sono conservati oggi presso il Museo Metauros, il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria e il Metropolitan Museum of Art di New York[4]. La necropoli di Metauros, situata in contrada Pietra, ha restituito numerosi reperti, soprattutto vasellame e antiche anfore, a testimonianza del ruolo cruciale che la città ha avuto nel commercio nel Mediterraneo.

Il percorso museale propone principalmente materiali provenienti dall’area della necropoli, tra cui aryballoi, alabastra di produzione insulare, vasellame attico a vernice e figure nere, nonché anfore da trasporto di tipo SOS. La collezione documenta anche significative testimonianze di presenze indigene del VII secolo a.C.[5]

Eredità culturale

modifica

I coloni greci di Metauros portarono con sé i loro culti, idee, costumi e dialetti, che lasciarono un’impronta duratura nella regione. La città divenne un importante centro culturale e artistico, contribuendo alla formazione di una vivace vita culturale all’interno delle città della Magna Grecia.

Note

modifica

  1. ^ La Storia di Gioia Tauro – dalle Origini al Settecento – Comune di Gioia Tauro, su www.comune.gioiatauro.rc.itURL consultato il 28 luglio 2023.
  2. ^ Salta a:a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x La Storia di Gioia Tauro – dalle Origini al Settecento – Comune di Gioia Tauro, su www.comune.gioiatauro.rc.itURL consultato il 19 maggio 2023.
  3. ^ Tito Puntillo, Storia di Bagnara fra XVI e XVII secoloURL consultato l’8 ottobre 2023.
  4. ^ Al Metroplitan Museum of Art il quarto pezzo proveniente da Metauros – Inquieto Notizie, su inquietonotizie.it, 19 gennaio 2018. URL consultato il 3 novembre 2024.
  5. ^ Museo archeologico Metauros, su Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, 5 maggio 2022. URL consultato il 19 maggio 2023.

Voci correlate

modifica

Collegamenti esterni

modifica