Terina fu una città della Magna Grecia ubicata, secondo alcuni studiosi, nelle vicinanze dell’odierna Sant’Eufemia Vetere (Lamezia Terme), per altri il luogo era coincidente con un altopiano di 400 ettari nei pressi di Nocera Terinese (Piano di Terina) oppure con l’odierna Tiriolo.
Storia
La città di Terina fondata, probabilmente sul sito di un preesistente insediamento greco, nella prima metà del V secolo a.C. dai Crotoniati, dopo la vittoria di Crotone su Sibari del 510 a.C.
In questo modo Crotone poteva estendere il proprio dominio sulla costa tirrenica e garantendosi il controllo dell’istmo di Catanzaro, assicurato già, sulla costa ionica, dal controllo di Skylletion.
Dotata di un porto e collocata in un territorio ricco di risorse naturali divenne in breve tempo una città prospera. Poco dopo la seconda metà del V secolo a.C. fu sventato un primo attacco ad opera del generale turino Cleandrida nel quadro della campagna di Thurii volta ad allargare il proprio dominio anche sulla costa tirrenica.
Tra il V e il IV secolo a.C. Terina entrò a far parte della Lega Italiota con lo scopo di sottrarsi alla sempre più crescente pressione dei Lucani trovandosi costretta però ad entrare nell’area egemonica dei Siracusani per tutelarsi dalla sempre maggiore aggressività lucana.
Dopo il 356 a.C. Terina venne conquistata dai Brettii. La conquista ad opera della popolazione italica però non sembra aver inciso sulla floridezza della città che, come testimoniato anche dalla sua monetazione, continuò anche sotto la dominazione bruzia.
Questa fu interrotta qualche decennio dopo dalla liberazione ad opera di Alessandro il Molosso che, durante la sua campagna in Italia, liberò Terina ed altre città greche dal dominio delle popolazioni italiche. Alla morte del Molosso però (330 a.C.) la città cadde nuovamente sotto il dominio bruzio fino all’inizio del III secolo a.C. quando insieme alla madrepatria Crotone e alla vicina Hipponion fu conquistata del tiranno e re di Siracusa Agatocle.
Morto Agatocle la città finì nuovamente sotto il dominio dei Bretii.
Nel 272 a.C., con la fine della guerra di Roma contro Taranto, Terina cadde sotto l’autorità romana.
La città venne infine distrutta da Annibale nel 203 a.C. perché non aveva voluto schierarsi al fianco dei cartaginesi.
Gli scavi
Posizione e riscoperta
A lungo si ritenne che la città si dovesse trovare in prossimità del comune di Nocera Terinese, su un pianoro detto “Piano di Terina”.
Strabone, colloca la città di Temesa (corrispondente all’attuale territorio di Campora San Giovanni), contigua (συνεχὴς) e poco più a nord di Terina.
Recentemente questa teoria ha avuto riscontri, sebbene comunque non decisivi, nella scoperta di una necropoli greca durante i lavori di ammodernamento dell’autostrada A2 in località Portavecchia, nelle immediate adiacenze del piano di Terina collocato nel comune di Nocera Terinese, con conferma della Sopraintendenza Archeologica della Calabria.
Una serie di importanti ritrovamenti ebbero invece luogo nel 1865, in contrada Terravecchia, nei pressi di Sant’Eufemia Vetere, (Lamezia Terme), quando venne casualmente ritrovato un diadema d’oro e un tesoro di gioielli venduto poi alla fine dello stesso secolo al British Museum di Londra, dove ancora oggi è conservato.
L’attenzione degli archeologi si spostò quindi su tale zona. Dopo avere effettuato in quest’area due ricognizioni, una nel maggio del 1914, l’altra l’anno successivo dall’archeologo Paolo Orsi, che identificò il sito della città nella valle alluvionale del torrente Bagni, in prossimità della frazione di Sant’Eufemia del Golfo, identificando nel promontorio di Sant’Eufemia Vetere una posizione plausibile per l’acropoli della città ipotizzando che sulle sue rovine sarebbe sorta l’Abbazia benedettina di Sant’Eufemia nel 1062.
Al termine dei suoi sopralluoghi Paolo Orsi scrisse che “il tesoro di S. Eufemia Vetere, la laminetta testamentaria e la necropoli Franzì sono documenti di primo ordine ad attestare la presenza di una ragguardevole città greca”
A partire dal 1997 sono stati condotti, a cura della Sovrintendenza per i beni archeologici della Calabria, una serie di scavi nella zona indicata dall’Orsi che hanno portato alla luce una parte dell’abitato, organizzato secondo un modulo urbanistico ben definito.
Tali ritrovamenti possono essere considerati a supporto della tesi dell’Orsi ma non sono sufficienti a collocare definitivamente Terina all’interno del comune di Lamezia Terme, rimanendo infatti alcuni studiosi dubbiosi sulla effettiva collocazione del sito.
Le indagini archeologiche
Gli scavi condotti dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria a partire dal 1997 in località Iardini di Renda di Sant’Eufemia Vetere hanno dunque portato al ritrovamento di una maglia ortogonale scandita, secondo i canoni greci, da un sistema viario di cui al momento sono state individuate due plateiai, tra loro parallele, che danno luogo a isolati, all’interno dei quali si sono realizzate le unità residenziali dell’abitato.
All’interno del singolo isolato sono emerse strutture murarie che definiscono diverse aree all’interno dei medesimi edifici, alcune delle quali adibite ad abitazione mentre altre, probabilmente, utilizzate come sede di attività lavorative ed artigianali, riprendendo un modello urbanistico diffuso in molti siti magnogreci del periodo ellenistico.
Le fondazione delle abitazioni sono state realizzate grazie all’uso di ciottoli di fiume, le pareti erano realizzate in mattone crudo e le coperture con tegole legate da coppi.
Alla struttura regolare delle abitazioni di cui sopra si sono poi sovrapposte modifiche e cambiamenti probabilmente frutto delle vicende alterne che hanno caratterizzato i tre secoli di vita della città.
Monetazione di Terina
La monetazione di Terina è ampia. Inizia verso l’inizio del V secolo a.C., probabilmente intorno al 480 a.C.
Le prime monete presentano al dritto una testa femminile, la ninfa Terina, con la scritta “TEPINA” (TERINA in alfabeto greco).
Al rovescio una figura femminile alata, Nike, in piedi. L’iscrizione è “NIKA”.
Il disegno è di tipo arcaico come anche l’alfabeto usato.
Una seconda fase di monete, probabilmente da ascrivere alla seconda metà dello stesso secolo, presentano al diritto lo stesso tipo mentre al rovescio la Nike è ora seduta su un cippo. L’iscrizione recita ora TEPINAIΩN (TERINAIŌN), il genitivo plurale del nome degli abitanti.
Alcune monete hanno la firma dell’incisore ΦΙΛΙΣ (PHILIS).
Le monete di Terina sono al pari, come eleganza, alle migliori monete greche.
Note
Bibliografia
Fonti antiche
- Tucidide, 6, 104
- Polieno, strat., II 10
- Diodoro, XVI 15
- Livio, 8, 24
- Strabone, VI, 256
- Licofrone, Alexandra, v. 726 segg.
- Tsetzes, ad Lykophron, v. 726
- Plinio, III, 5, 10
- Stefano di Bisanzio, Τέρινα
- Scimno di Chio, v. 305 segg.
- Solino, 2, 10
Fonti moderne
Voci correlate
- Magna Grecia
- Thurii
- Lega Italiota
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