Epigee

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Le Epigee sono figure della mitologia greca, altrimenti dette ninfe terrestri. Si dividono in:

Coloro che abitano i monti e con il loro canto ed i loro gioiosi giochi illuminano le alture sono le Oreadi che prendono spesso il nome dalla montagna che le ospita (le Corice abitavano una grotta del Parnaso, le Ditèe il Ditte, le Idèe l’Ida ecc.); la più conosciuta è forse Eco, compagna di Pan, innamoratasi del bel Narciso. Le Napee sono le ninfe delle valli selvose e dei prati dove il verde dell’erba si fonde con i mille colori dei fiori; amano la dolce solitudine dei luoghi selvaggi ma a volte concedono il loro amore a qualche fortunato essere umano o a qualche satiro, similmente alle Auloniadi che si aggirano nei burroni scoscesi. Alseidi è l’appellativo delle abitatrici dei boschi che, particolarmente amate dalla cacciatrice Artemide, fanno parte del suo corteo silvestre. Le più antiche sono ritenute le Meliadi, abitatrici dei frassini con caratteristiche guerriere (forse perché con tale legno si costruivano i giavellotti), nate dalle gocce di sangue sgorgate in seguito all’evirazione di Urano e cadute sulla Madre Terra, la quale ne viene fecondata. Le Amadriadi abitano entro le vergini cortecce degli alberi e muoiono con essi quando la loro vita è giunta al termine o quando l’uomo li abbatte; le loro sorelle più prossime, le Driadi, sono al contrario immortali come Eurydike e la bella Dafne.

Più prossime al mondo civilizzato sono le Agrostine, protettrici dei campi che producono il sostentamento necessario agli uomini, le Epimelidi, custodi delle greggi, le Cure, insuperabili nutrici, e le Menadi; a queste ninfe, seguaci di Dioniso dio dell’ebbrezza, si univano anche donne mortali, che si abbandonavano all’estasi provocata dal vino e dalla danza sfrenata.

Driadi

La Driade di Evelyn De Morgan

Le driadi o adriade (in greco antico: Δρυάς, Dryàs) sono figure della mitologia greca.

In origine le driadi erano propriamente le ninfe dei faggi, come rivela il loro nome (dryas, faggio) anche se in seguito il termine è stato utilizzato per indicare tutte le ninfe degli alberi in generale.

Le driadi erano ninfe che vivevano nei boschi e ne incarnavano la forza e il rigoglio vegetativo. A differenza delle amadriadi, non facevano corpo con gli alberi, né morivano con essi, ma potevano muoversi liberamente, danzare e unirsi anche con semplici mortali. Venivano raffigurate come belle e giovani donne, con la parte inferiore della persona terminante in una sorta di arabesco che imitava un tronco d’albero: erano delle piante, dunque, solo in parte. La parte superiore evidenziava invece una certa bellezza e solarità. Il loro corpo poteva essere parzialmente ricoperto da sottili vesti, ma il più delle volte preferivano rimanere completamente nude.

Altre entità arboree

Le ninfe del frassino sono state differenziate col nome di Meliadi, mentre le ninfe associate al melo erano le Epimelidi; quelle a protezione del noce era indicate inizialmente come “Cariatidi” (da cui prese nome l’elemento architettonico della cariatide, la scultura utilizzata come colonna che rappresenta una figura femminile).

Nomi

Alcuni nomi conosciuti di singole driadi sono:

  • Atlanteia e Phoebe, due delle molte mogli e concubine di Danao
  • Caissa – ninfa degli alberi, poi diventata la dea protettrice del gioco degli scacchi.
  • Chrysopeleia
  • Driope
  • Erato (driade) – sacerdotessa e profetessa del dio Pan
  • Euridice (ninfa), l’amata del cantore Orfeo
  • Phigalia
  • Pitis
  • Tithorea[10]
La Dernière dryade di Gabriel Guay

Amadriadi

Pan e Amadriade, mosaico a piastrelle trovato a Pompei antica e conservato al Museo Archeologico di Napoli.

Le amadriadi (in greco antico: Ἁμαδρυάδες?Hamadryádes; da Hama e Drys, “coesistente con gli alberi”) sono figure della mitologia greca che vivono all’interno degli alberi. Esse sono un tipo particolare di Driadi, le quali sono loro volta un tipo particolare di ninfe. Sono in parte associabili alle Querquetulanae, le ninfe romane del querceto.

Le amadriadi nascono legate a un certo albero; alcuni credono si tratti dell’albero reale, siano cioè una sua personificazione, mentre le normali driadi sono entità spirituali o divinità degli alberi. Se l’albero è morto, pure l’amadriade associata a esso muore, ed è per questo che gli dei puniscono i mortali che si permettono di danneggiare senza alcun motivo gli alberi. Un sacrilegio involontario fu commesso dalla principessa Driope, che venne per questo trasformata in Amadriade a sua volta.

Nomi delle ninfe

Il boscaiolo e l’amadriade Aigeirus (1870), di Émile Bin.

Dipnosofisti di Ateneo di Naucrati elenca otto amadriadi, figlie di Ossilo (figlio di Oreio) e di sua sorella Amadriade:

  • Karya (noce, nocciolo o castagno);
  • Balanos/Balanus (quercia, ma da cui prende nome anche il crostaceo o ghianda di mare Balanus appartenente ala famiglia delle Balanidae);
  • Kraneia (corniolo o ciliegio);
  • Morea (gelso);
  • Aigeiros (Pioppo nero);
  • Ptelea (olmo. Da cui prende nome il genere Ptelea appartenente alla famiglia delle Rutaceae);
  • Ampelos (vitis vinifera. Derivante dal nome di Ampelo, il satiro adolescente amato da Dioniso);
  • Syke (ficus).
Amadriade (1895, con giovane satiro ai suoi piedi che suona il flauto di Pan), di John William Waterhouse.

Altre ninfe

Mitologia

Callimaco nel suo “Inno a Delo” ci dice che la disposizione e il temperamento di queste divinità varia in base al tipo di albero posto sotto la loro protezione, pagando in lacrime quando le foglie cadono o in grida di gioia rauca con l’arrivo delle piogge primaverili sul giovane fogliame verde.

Vi sono poi leggende che descrivono il potere vendicativo che queste ninfe erano in grado di esprimere verso coloro che minacciavano i loro alberi, altre storie ci parlano della punizione che cadde su coloro che avevano tagliato senza permesso i loro alberi o che si allontanavano dalle preghiere assegnate a tali divinità, essendo loro considerate come intermediari tra i mortali e gli immortali.

Oreadi

Le Oreadi (1902) di William-Adolphe Bouguereau, Museo d’Orsay

Nella mitologia greca, le Oreadi od Orestiadi (in greco antico: Ὀρεάδες, a sua volta da ὄρος, “montagna” o Όρεστιάδες), erano le ninfe che vivevano sulle montagne e nelle valli. Erano figlie di Gea, avute per partenogenesi.

Le Oreadi differivano tra loro a seconda del luogo dove vivevano: le Idee abitavano il monte Ida, le Peliadi il monte Pelio, le Ditee il monte Ditte, le Corice una grotta del Parnaso, ecc.

La più nota delle Oreadi è forse Eco, compagna di Pan, innamoratasi di Narciso.

Queste ninfe erano associate ad Artemide, divinità che cacciava preferibilmente tra le montagne ed i precipizi.

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