L’addome può subire lesioni in vari modi, e la lesione può riguardare solo l’addome o altre parti del corpo; può essere relativamente lieve o molto grave.
I medici di solito classificano le lesioni addominali in base al tipo di struttura danneggiata e al modo in cui la lesione si è verificata. Le strutture che possono essere interessate sono:
Parete addominale
Gli organi solidi (fegato, milza, pancreas o reni)
Gli organi cavi (stomaco, intestino tenue, colon, ureteri o vescica)
Vasi sanguigni
Le lesioni addominali si distinguono anche in base al tipo di trauma:
Contundente
Penetrante
Un trauma contundente può essere dovuto a un colpo diretto (ad esempio un calcio), un impatto con un oggetto (ad esempio una caduta sul manubrio di una bicicletta) o un’improvvisa decelerazione (ad esempio una caduta da una certa altezza o un incidente stradale). I due organi interessati con maggiore frequenza sono la milza e il fegato, mentre gli organi cavi hanno meno probabilità di essere lesionati.
Le lesioni da penetrazione si verificano quando un oggetto rompe la cute (ad esempio per effetto di un colpo d’arma da fuoco o di arma bianca). Alcune lesioni da penetrazione interessano solo lo strato adiposo e i muscoli sottocutanei, e sono lesioni molto meno preoccupanti di quelle che penetrano nella cavità addominale. I colpi d’arma da fuoco che penetrano nella cavità addominale provocano quasi sempre un danno notevole, mentre le armi bianche talvolta non danneggiano gli organi o i vasi sanguigni. Le lesioni penetranti possono interessare anche il torace e la parte superiore dell’addome. Ad esempio una ferita da arma bianca nella parte bassa del torace può attraversare il diaframma e penetrare nello stomaco, nella milza o nel fegato.
Le lesioni contusive o da penetrazione possono produrre tagli o lacerazioni degli organi addominali e/o dei vasi sanguigni, con conseguente raccolta di sangue all’interno della struttura di un organo solido (ad esempio il fegato) o nelle pareti di un organo cavo (come l’intestino tenue). Tali raccolte di sangue sono denominate ematomi. Un sanguinamento incontrollato nella cavità addominale, nello spazio che circonda gli organi, è detto emoperitoneo.
Tagli e lacerazioni iniziano a sanguinare immediatamente. L’emorragia può essere minima e causare pochi problemi, oppure, in caso di lesioni più gravi, può essere massiva e causare lo shock e talvolta la morte. L’emorragia da lesioni addominali è principalmente interna (avviene dentro la cavità addominale). In caso di lesione da penetrazione, si può verificare un leggero sanguinamento esterno attraverso la ferita.
Se è interessato un organo cavo, il suo contenuto (ad esempio acido gastrico, feci o urine) può riversarsi nella cavità addominale e provocare irritazione e infiammazione (peritonite).
Oltre al danno immediato, i traumi addominali possono causare problemi più avanti nel tempo, fra cui
- Rottura dell’ematoma
- Raccolta di pus (ascesso) addominale
- Blocco (occlusione) intestinale
- Sindrome compartimentale addominale
Rottura dell’ematoma
Di solito l’organismo è in grado di assorbire le raccolte di sangue (ematomi), sebbene ciò richieda parecchi giorni o settimane, ma a volte l’ematoma si rompe invece di riassorbirsi. La rottura può verificarsi entro i primi giorni successivi alla lesione, tuttavia, talvolta avviene in un secondo tempo, in rari casi anche a distanza di mesi.
La rottura di un ematoma della milza o del fegato può provocare emorragie potenzialmente fatali nella cavità addominale,
mentre quella di un ematoma della parete intestinale può consentire la fuoriuscita del contenuto dell’intestino nell’addome con conseguente peritonite. La guarigione degli ematomi della parete intestinale talvolta forma tessuto cicatriziale, che può causare un restringimento dell’intestino e col tempo determinare l’occlusione intestinale, generalmente a distanza di anni.
Ascesso addominale
Possono svilupparsi ascessi all’interno della cavità addominale nel caso in cui la lesione di un organo cavo non venga individuata oppure in seguito a un intervento chirurgico per riparare una lesione addominale grave.
Occlusione intestinale
Talvolta, dopo la guarigione di una lesione oppure in seguito a un intervento chirurgico addominale, si forma il tessuto cicatriziale. Il tessuto cicatriziale forma fasce fibrose (aderenze) fra le anse dell’intestino, in genere asintomatiche, che talvolta possono provocare la torsione di un’altra ansa con conseguente blocco intestinale (occlusione intestinale), che causa dolore addominale e vomito. Talvolta è necessario l’intervento chirurgico per rimuovere l’aderenza e sbloccare l’intestino.
Sindrome compartimentale addominale
Analogamente a quanto accade nella distorsione della caviglia o nella frattura di un braccio, anche gli organi addominali presentano gonfiore dopo una lesione (specie in seguito a un intervento chirurgico). Sebbene l’addome disponga di spazio sufficiente per contenere tale gonfiore, se non tenuto sotto controllo il gonfiore può aumentare la pressione, schiacciare gli organi e limitare l’apporto di sangue, con conseguente dolore e danno agli organi. Il danno correlato alla pressione è detto sindrome compartimentale addominale. È molto simile alla sindrome compartimentale che può manifestarsi nella parte inferiore della gamba in seguito a un trauma, per esempio, una frattura. L’aumento della pressione addominale può anche aumentare la pressione negli altri tessuti dell’organismo, come polmoni, reni, cuore, vasi sanguigni e sistema nervoso centrale. La sindrome compartimentale addominale tende a svilupparsi in pazienti con lesioni gravi o che richiedono un intervento chirurgico, è una sindrome estremamente grave e aumenta il rischio di morte.
Di solito è presente dolore addominale o dolorabilità alla pressione, anche se spesso il dolore è di lieve entità e il soggetto non lo nota né se ne lamenta a causa di altre lesioni più dolorose (come le fratture) o perché non è del tutto cosciente (ad esempio a causa di un trauma cranico, di un’intossicazione o dello shock). Il dolore dovuto a un trauma della milza talvolta si irradia alla spalla sinistra. Il dolore dovuto alla lacerazione dell’intestino tenue è minimo ma peggiora continuamente. Le lesioni dei reni o della vescica possono provocare la comparsa di sangue nelle urine.
Chi ha perso una notevole quantità di sangue può presentare segni di shock, tra cui
- Battito cardiaco accelerato
- Respirazione accelerata
- Sudorazione
- Cute fredda, viscida, pallida o bluastra
- Stato confusionale o basso livello di vigilanza
Le lesioni da impatto possono causare ematomi (ad esempio, una persona che indossa una cintura di sicurezza, in seguito a un incidente d’auto può sviluppare un ematoma sul torace o sul basso addome, detta “segno della cintura di sicurezza”). Non tutti li manifestano e la presenza di un ematoma non necessariamente indica la gravità della lesione. Nei casi di sanguinamento abbondante, l’addome può risultare gonfio a causa del sangue in eccesso.
- Esami di diagnostica per immagini
- Analisi delle urine
- Talvolta, intervento chirurgico esplorativo
In alcune persone, la lesione addominale è evidentemente grave (come in molte lesioni da arma da fuoco). In questi casi, l’interessato viene condotto direttamente in sala operatoria per un intervento chirurgico esplorativo senza eseguire prima gli esami per identificare le lesioni. Tuttavia, la maggior parte delle persone con un trauma addominale è sottoposta a esami che consentono di identificare la lesione specifica e, in combinazione con i riscontri dell’esame obiettivo, aiutano i medici a decidere riguardo all’operazione.
Le opzioni principali sono l’ecografia e la tomografia computerizzata (TC). L’ecografia può essere eseguita rapidamente al letto della persona e risulta utile per individuare un’emorragia grave. La TC impiega più tempo ed è necessario che il paziente venga spostato per introdurlo nel dispositivo, ma fornisce immagini più precise, oltre a individuare lesioni come fratture alla colonna vertebrale o al bacino. A seconda del tipo di lesione, possono essere necessarie radiografie del torace o del bacino.
I dottori effettuano anche delle analisi per eventuali tracce di sangue nelle urine, che indicano danno ad alcune parti del tratto urinario. Di solito viene eseguito un emocromo completo, in modo da disporre di informazioni iniziali da confrontare con quelle ottenute da campioni prelevati più tardi se le condizioni del paziente peggiorano.
- Gestione della perdita di sangue o ripristino del volume ematico
- Talvolta, intervento chirurgico o altri interventi
In caso di perdita significativa, si eseguono anche trasfusioni di sangue. Talvolta i pazienti ricevono liquidi per via endovenosa.
L’intervento chirurgico può essere necessario per
- Riparare gli organi danneggiati
- bloccare un’emorragia
Un’alternativa all’intervento chirurgico per sanguinamento continuo è una procedura chiamata embolizzazione angiografica. In questa procedura, i medici inseriscono un largo catetere endovenoso in una grande arteria inguinale e lo spingono fino al vaso emorragico. A quel punto, vengono iniettate sostanze che lo occludono e interrompono il sanguinamento.
Sebbene molte lesioni degli organi solidi, come il fegato o la milza, guariscano spontaneamente, i pazienti che presentano una lesione a un organo addominale rilevata dalla TC o dall’ecografia vengono ricoverati in ospedale e controllati ogni poche ore, per accertarsi che l’emorragia si fermi e i sintomi non peggiorino. Talvolta la TC o l’ecografia viene ripetuta.
Lesioni da immersione e da aria compressa
Lesioni da elettricità e da fulmini
Lesioni dell’apparato urinario e genitale